Stasera 7 ottobre su Rai2 il docu Le tre vita di Donato Bilancia, il serial killer dei treni. I 17 omicidi, il carcere e il decesso per Covid.
Per il ciclo L’Italia Criminale, quando la Cronaca fa la storia, Rai2 propone Le tre vite di Donato Bilancia. Stasera 7 ottobre alle 21.25 sarà possibile ripercorrere il caso che ha spaventato l’Italia intera fra ottobre 1997 e aprile 1998. Ben diciassette gli omicidi, di cui nove uomini e otto donne, mai così tanti in così poco tempo. Il titolo del documentario rimanda alle tre fasi che hanno caratterizzato l’esperienza di colui che divenne famoso come il “Serial killer dei treni”: il giocatore d’azzardo di Genova, l’omicida e il prigioniero. Dopo l’arresto, Donato Bilancia scontò 22 anni di carcere prima di morire nel 2020 per conseguenze dovute al Covid-19. Nel documentario di Pino Corrias e Renato Pezzini, con la collaborazione di Massimo Calandri, tanti testimoni proveranno a raccontare la loro esperienza. La visione sarà disponibile in streaming sul sito o tramite l’app RaiPlay.
Nato a Potenza nel 1951, Donato Bilancia emigrò ancora giovanissimo con la famiglia a Genova. Dopo un’infanzia difficile segnata da umiliazioni e percosse da parte del padre, abbandonò presto la scuola. Meccanico, barista, panettiere. Provò una lunga sfilza di mestieri, ma sin da subito iniziò a rubare. Una scelta che lo portò spesso dietro le sbarre ma anche a contatto con la malavita del capoluogo ligure. «Ero il miglior ladro professionista della città», dirà in seguito. Non volle mai complici, operando sempre come un «lupo solitario». La fine degli Anni 80 però segnarono del tutto il suo carattere. Nel 1987 infatti, il fratello si gettò sotto un treno in corsa con il figlio di appena quattro anni, suo nipote prediletto. Pochi mesi dopo, il suo migliore amico con cui frequentava le bische, Maurizio Parenti, lo tradì per un’ingente somma di denaro. Due eventi che presto armarono la sua lotta.
Il 15 ottobre 1997 il primo omicidio. Attese sotto casa il proprietario della bisca, lo trascinò all’interno e lo uccise tappandogli naso e bocca con nastro adesivo. Nove giorni dopo fu il turno di Maurizio e sua moglie, eliminati nel loro appartamento con due colpi di pistola dopo una lenta agonia. Fu l’inizio di una serie di omicidi che si legarono a doppio filo con le rapine. Due gioiellieri, un benzinario, due cambiavalute, prima di passare all’assassinio per puro odio e disprezzo. Muovendosi fra Genova, Cogoleto, Varazze e Arenzano, Donato Bilancia uccise quattro prostituite e due donne incrociate sui treni della Liguria. Nacque così sui giornali l’immagine del “Giustiziere della Liguria” e “Serial killer dei treni”. L’arresto, grazie all’identikit di un transessuale scampato alla morte e altre testimonianze, avvenne il 6 maggio 1998.
Reo confesso, ricevette una condanna a 13 ergastoli. Visse così 20 anni dietro le sbarre del Due Palazzi di Padova, inizialmente in isolamento. Poi, improvvisamente, rivide la sua storia fino a una lenta richiesta di perdono che i testimoni racconteranno nel documentario per la prima volta. «Fu un assassinio perché voleva farlo», ha detto l’autore del progetto Corrias. «Era il male che sta dentro i nostri specchi più intimi e segreti, contro cui combattiamo ogni giorno». Donato Bilancia non confessò mai il movente degli omicidi, elemento che non avrà mai una sua rivelazione. Nel dicembre 2020 infatti si ammalò di Covid-19 e rifiutò le cure, lasciandosi morire.
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