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Il governatore del Veneto: i cittadini ci guardano e ci giudicano. Poi il monito: «Chi è contro questa riforma è contro la Costituzione»
Il governatore del Veneto Luca Zaia con il leader della Lega Matteo Salvini
«Sono convinto che la parola giusta sia “rispetto”. Rispetto per i cittadini, rispetto per la Costituzione». Luca Zaia è di umor cupo. Proprio mentre nel centrodestra prevale l’ottimismo sull’esito elettorale, il ritorno alle divisioni e anche a un certo teatrino politico riguardo l’autonomia delle Regioni, di certo non gli fa piacere, visti i tanti anni di lavoro serrato del governatore veneto per arrivare al dunque.
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Giorgia Meloni ha detto che Fratelli d’Italia mantiene la sua parola. Ma ha anche osservato che «ci sono stati tre governi, di cui hanno fatto parte tutti meno noi, e dell’autonomia si è parlato poco o nulla». Ha torto? «Giuseppe Conte su questo ha ballato una rumba senza precedenti. Nel 2018 ha detto che ci saremmo arrivati per i primi mesi del 2019. Poi, in quei primi mesi, Luigi Di Maio ha detto che ci volevano approfondimenti. Ma noi, i compiti, li avevamo fatti fino in fondo. Ma anche il Pd è stato increscioso».
Perché? «Sembra che l’Enrico Letta che oggi viene in Veneto per parlare di autonomia non appartenga a quel Pd che, al governo, ha impugnato il nostro referendum davanti alla Corte costituzionale. Non pago, quando la Consulta ci ha dato ragione e dichiarato il referendum ammissibile, il centrosinistra di governo ci ha imposto di pagare le forze dell’ordine ai seggi. E per finire, ci ha vietato l’uso delle tessere elettorali al referendum».
Sì, ma adesso le coalizioni in corsa sono chiare. È altrettanto chiaro l’atteggiamento nei confronti dell’autonomia? «Lo dico a tutti i nostri compagni di viaggio. Anzi, lo dico a tutti. L’autonomia non è un regalo da dare a qualche regione, e di certo non è un esproprio o una carognata che alcune Regioni fanno contro qualcuno. È vero che l’Italia è lunga e stretta, ma non sono più i tempi per usare una voce a Palermo e una voce diversa a Treviso».
E dunque? «Dunque, se si rispetta il cittadino, l’atteggiamento verso l’autonomia va chiarito subito, prima di votare. In maniera limpida, senza giri di parole. Del resto la Costituzione, che prevede l’autonomia, dice che ci vuole un sì o un no. Il “ni” non è previsto».
Quindi chiede un impegno formale a tutte le forze del centrodestra? «Io penso che dentro al centrodestra è bene che tutti siano chiari nei confronti dei cittadini che ci guardano e che ci giudicano. Avere il consenso per andare a governare come coalizione vuol dire assumersi una responsabilità che rispetto al passato è ancora più forte, visto che le famiglie non sbarcano il lunario. E l’autonomia è un fattore di efficienza».
Guido Crosetto ha detto che prima dell’autonomia è necessario il presidenzialismo. «Quando il cittadino viene chiamato a un’elezione diretta, io sono sempre d’accordo. Del resto, lo abbiamo visto bene: le elezioni che funzionano meglio in Italia sono quelle dei governatori e dei sindaci, che da anni e anni garantiscono governi che funzionano nelle Regioni e nelle città. Detto questo, io ribadisco che l’autonomia non è una cosa tra le altre, non può essere affrontata dicendo che ci sono altre priorità: anche perché è un modo di aiutare questo Paese ad uscire dalla crisi».
Tutti continuano a parlare di autonomia «nel quadro di unità nazionale». Siete ancora sospettabili di secessionismo? «Io sono esterrefatto. Voglio ricordare che il presidente Mattarella, il massimo garante della Costituzione, di autonomia ha parlato più volte, anche durante il suo insediamento. Che dire? Io trovo persino superfluo ripeterlo. Mi vengono in mente quei film in cui si dice “incontriamoci ma venite disarmati”. E tu sai che chi lo dice è quello armato».
Insomma, è fiducioso? I tempi saranno rapidi? «Chiunque vada a governare ha i compiti già fatti. Ora abbiamo in mano una legge quadro adottabile dal Consiglio dei ministri e pronta per la discussione in Parlamento. Non c’è più niente da studiare: chi è contro contro l’autonomia è contro la Costituzione».
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