Competenze OSS nel SNG e PEG

2022-10-17 16:17:46 By : Ms. vivian liu

Il sondino naso gastrico o sonda nasogastrica (SNG) è un tubicino, introdotto in una narice del naso, attraverso la faringe, l'esofago e dentro lo stomaco. È impiegata soltanto per un breve periodo di tempo, perché è fastidiosa e tende ad essere rimossa dal paziente. Essa è usata per l'aspirazione gastrica (decompressione gastrica), e per la somministrazione di medicamenti a coloro non capaci a deglutire.

Un tipo leggermente più flessibile e sottile di sondino è usato per la nutrizione enterale e idratazione sia nei pazienti che non possono mangiare normalmente che quelli con difficoltà gravi nella deglutizione che potrebbe portare a polmonite se tentassero di mangiare.

Le sonde naso gastriche, oltre che per gli scopi di alimentazione e decompressione, sono utilizzate per irrigazione mediante la lavanda gastrica (se è necessario un grosso calibro vengono invece utilizzate quelle oro-gastriche) e a scopo diagnostico, per l'analisi del contenuto gastrico. Sonde naso-gastriche sono il tipo usato per la nutrizione forzata dei detenuti. La difficoltà nella deglutizione è spesso causata da accidenti cerebrovascolari (ictus), può anche essere dovuta a ostruzioni causate per esempio dalla crescita di tumori del cavo orale e dell'esofago.

L’inserimento e la rimozione delle sonde per la nutrizione enterale competono al medico e all’infermiere. L’OSS è chiamato, su indicazione dell’infermiere:

Evitare l’uso del sondino, se possibile, quale via di somministrazione dei farmaci. In caso contrario, lavarlo accuratamente dopo ogni uso con la siringa a cono e acqua tiepida. Sostituire il cerotto con cui il sondino è attaccato al naso ogni 2 o 3 giorni e controllarne la corretta posizione, fissarlo preferendo cerotti di carta o “in tessuto non tessuto” In caso di rimozione accidentale del sondino, avvertite il medico o l’assistenza infermieristica domiciliare.

La Gastrostomia Endoscopia Percutanea (PEG) è una procedura endoscopica che collega la cavità gastrica verso l’esterno, mediante un tubicino di 5-7 mm di diametro, per permettere l’assunzione di cibi e liquidi in soggetti che hanno difficoltà a deglutire (per malattie organiche o funzionali). In particolare costituisce la tecnica di scelta per la NED (Nutrizione Enterale Domiciliare) in pazienti con esiti disfagici di patologie neurologiche acute (traumi cranio-encefalici, danno cerebro vascolare) e in molte affezioni neurologiche croniche (sclerosi laterale amiotrofica, demenza di Alzheimer, Morbo di Parkinson, ecc.).

La PEG è una procedura che viene utilizzata nei pazienti in cui sia presente un’incapacità temporanea (superiore ad un mese) o permanente ad alimentarsi per bocca e nei quali, comunque, sia possibile raggiungere endoscopicamente la cavità gastrica. Ciò si verifica in patologie che interessino l’orofaringe, l’esofago, il mediastino (tumori, lesioni da caustici, stenosi peptiche…).

In particolare la PEG costituisce la tecnica di scelta per la NED (Nutrizione Enterale Domiciliare) in pazienti con esiti disfagici di patologie neurologiche acute (traumi cranio-encefalici, danno cerebro vascolare) e in molte affezioni neurologiche croniche (sclerosi laterale amiotrofica, accidenti cerebrovascolari, demenza di Alzheimer, sindrome Pseudobulbare, distrofia miotonica, miastenia, Morbo di Parkinson e demenza multinfartuale).

E’ necessario lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone prima di iniziare la preparazione degli alimenti.

Talvolta per preparare la dose per il singolo pasto o la dose giornaliera, prima dell’uso può essere necessario mescolare i vari alimenti in un contenitore apposito (solitamente una sacca di PVC) dotato di chiusura, che dovrà poi essere collegato alla PEG; in questo caso le norme igieniche devono essere assolutamente rispettate.

Tenere sempre sotto osservazione il paziente durante il pasto, segnalando la comparsa di sintomi quali: tosse, difficoltà respiratoria, cianosi, causati da aspirazione o reflusso alimentare nelle vie aeree; nausea, vomito, diarrea, alterazione della coscienza.

La PEG è una procedura sicura, gravata da una bassa incidenza di complicanze maggiori (1,2%). La complicanza più frequente è rappresentata dall’infezione della cute intorno alla stomia, che va dal semplice eritema cutaneo fino all’ascesso ed alla fascite necrotizzante. Più raramente sono state descritte peritoniti, emorragie, perforazioni intestinali, fistole gastrocoliche. Alle complicanze locali della procedura vanno poi aggiunte le complicanze generali della PEG legate alla somministrazione della nutrizione enterale: diarrea, nausea e vomito, reflusso gastroesofageo, aspirazione polmonare.

Wikipedia medicitali.it Tecniche assistenziali Ospedale Celesia (Ge)

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