WTA Portorose, Paolini cede a Siniakova sul filo di lana dopo 2h33'

2022-09-23 17:14:23 By : Ms. Candy Shen

L’azzurra cede nei quarti di finale nel torneo sloveno, ma che battaglia contro la ceca

K. Siniakova b. J. Paolini 6-2 3-6 7-6

In due ore e e 33 minuti Jasmine Paolini cede a Katerina Siniakova nei quarti di finale del WTA di Portoroze. Una grande lotta conclusa al tie-break del terzo set, una partita molto equilibrata che sembrava poter vedere Jasmine spuntarla, ma sul filo di lana l’attuale n.82 WTA ha alzato il livello portandosi a casa la qualificazione per la semifinale. Seppure la sua carriera sia stata contraddistinta soprattutto da risultati importanti nel doppio, la ceca ha fatto vedere di sapere il fatto suo anche in singolare.

Le due tenniste, che si incontravano per la prima volta proprio nella cittadina sulla costa slovena, nella prima fase del match si studiano e finiscono per concedere entrambe tanti errori. Break Siniakova e controbreak Paolini nel terzo e quarto gioco, poi Jasmine spegne la luce e concede il servizio a zero (3-2). L’azzurra ha una palla per un nuovo controbreak, ma spara in rete con il dritto e spreca la chance, aiutando Katerina ad issarsi sul 4-2. Altri due errori con il dritto permettono alla ceca di prendere il largo assestando un doppio break di vantaggio (5-2). La numero 88 del mondo, così, sale di tono alla battuta e non ha difficoltà a chiudere il primo parziale (6-2).

Jasmine torna a tenere il servizio nel primo gioco della seconda partita e si carica con un urlo. È l’azzurra a tentare costantemente di fare il gioco, ma cade in qualche errore di troppo, e dal canto suo la ceca dimostra di sapersi difendere bene e di avere un repertorio piuttosto completo. Jasmine, comunque, con un po’ di fortuna (complice un nastro “azzurro”) trova il break per scappare sul 3-1. Ma la toscana non riesce ad essere continua quest’oggi: scivola 15-40 nel gioco successivo e poi con un nuovo errore di dritto restituisce il break di vantaggio (3-2). Stavolta Paolini reagisce prontamente, aumenta la sua velocità di crociera e con un paio di staffilate col dritto lungolinea (bella soprattutto quella sulla palla break) sale 4-2 riprendendosi un break di vantaggio. Ora Paolini si sente in fiducia e consolida il break scattando sul 5-2. Ma quando va a servire per il secondo set sotterra una palla in rete e concede due palle del contro break. Le annulla entrambe, una propiziando l’errore dell’avversaria giocando profondo e l’altra tirando un vincente. Jasmine ne annulla altre due e poi l’iniezione di fiducia arriva quando trasforma il primo set point, grazie a un errore in lunghezza di Siniakova (6-3).  

Il terzo set diventa così una battaglia, con entrambe le giocatrici che alzano il loro livello. Ne esce una partita a tratti gradevole: da una parte Jasmine che contrattacca bene, dall’altra Katerina che ha un gioco vario nel quale di tanto in tanto inserisce delle accelerazioni che lasciano ferma l’avversaria. Jasmine cede il servizio e l’avversaria va sul 2-0, ma l’azzurra fa il controbreak nel quinto gioco e poi sale 3-3. Poi Jasmine gioca bene e potrebbe mettere il naso avanti, con due palle break nel settimo e un’altra nel nono gioco, ma non riesce a sfruttare le sue possibilità. Così entrambe le giocatrici tengono i loro servizi fino al tie-break. Paolini familiarizza con le righe e sale 5-3, ma Siniakova in extremis piazza il filotto di quattro punti consecutivi che la porta in semifinale. Un peccato per l’italiana, che mette in campo una buona prestazione ma non riesce a cogliere le occasioni e così cede a un’avversaria che comunque ha un tennis molto fastidioso. La ceca affronterà stasera stessa la tedesca Friedsam e di certo la battaglia contro Paolini non potrà non pesare sulle sue gambe.

QUI IL TABELLONE COMPLETO DEL WTA DI PORTOROSE

L’ATP riforma e potenzia il circuito Challenger: tutte le novità del 2023

WTA 500 Tokyo, il tabellone: guidano Badosa e Garcia, Osaka difende il titolo. Nessuna italiana al via

A Metz Lorenzo punta alla seconda semifinale dell’anno. I precedenti con l’americano inducono all’ottimismo

All’ATP 250 di Metz sembra di rivedere finalmente il Sonego che conoscevamo, quello che poco più di un anno fa si fermava a un passo dalla top 20. Lo hanno stimolato, magari, anche le parole del capitano di Davis Volandri che ha ricordato che il torinese fa parte del gruppo azzurro, ma non lo ha convocato per il girone di Bologna. Dopo le due vittorie su Karatsev (la prima dopo tre sconfitte in carriera con il russo) e Simon, però, serve un terzo indizio per provare che Lorenzo abbia ritrovato il suo tennis e di conseguenza anche i risultati. Serve a Sonego stesso che oggi pomeriggio, alle 14, affronterà Sebastian Korda nel primo quarto di finale del Moselle Open. Poi ci sarà tempo per tornare in albergo e preparare i fazzoletti in vista del doppio più atteso della storia del tennis: l’ultimo ballo di Federer, accompagnato da un partner d’eccezione, l’amico-rivale Nadal.

Contro Korda, che attualmente precede il torinese in classifica di 16 posizioni (numero 49 contro 65), Lorenzo ha già vinto in due occasioni. Lo ha fatto durante la scorsa stagione prima a Montpellier a febbraio e poi a San Diego a ottobre. In entrambi i casi si giocava sul duro (in Francia indoor, proprio come più tardi a Metz) e l’esito fu univoco: dominio dell’italiano in due set. Sorprendentemente, invece, i rapporti di forza si invertirono sulla terra di Parma a maggio, ma bisogna ricordare che Sonego era reduce da una serie di prestazioni a dir poco dispendiose ed entusiasmanti al Foro italico. Dunque, il bilancio dei precedenti fa ben sperare.

Per entrambi vincere significherebbe ottenere la seconda semifinale dell’anno. Non solo Lorenzo, infatti, ha avuto una stagione complicata. Anche il classe 2000 americano, che in questo torneo ha già affrontato un italiano (vittoria in due set su Musetti), non ha trovato continuità di risultati e ha dovuto superare anche alcuni problemi di carattere fisico. L’avvio di stagione era stato discreto per tutti e due: Sonego, ad esempio, aveva giocato un buon torneo a Buenos Aires a febbraio, perdendo da Schwartzman in semifinale; Korda aveva battuto Alcaraz a Montecarlo prima di andare vicino alla finale ad Estoril. Dopo mesi non facili, ora entrambi hanno imboccato la strada giusta per chiudere nel migliore dei modi la stagione e provare così a ottenere un posto in nazionale per la fase finale di Coppa Davis (ai quarti ci sarà proprio Italia contro USA). Intanto nella semifinale della parte bassa del tabellone di Metz, dove confluirà il vincitore della sfida Hurkacz-Rinderknech, però, c’è spazio solo per uno dei due.

ITALIANI IN CAMPO OGGI VENERDI’ 23 SETTEMBRE

ATP 250 Metz – quarti di finale (Court Patrice Dominguez): L. SONEGO vs S. Korda – ore 14 (diretta TV SuperTennis e Sky Sport Tennis)

QUI IL TABELLONE DELL’ATP 250 DI METZ

“Le 23 semifinali slam consecutive sono il record più folle della mia carriera”. Così Roger Federer risponde ad una simpatica ed incalzante intervista de L’Équipe

Domani è il grande giorno. Roger Federer scenderà in campo per l’ultima volta nella sua carriera tennistica, al fianco del suo storico rivale e prima ancora amico Rafael Nadal. Alla vigilia di questa storica partita, il fenomeno svizzero è stato intervistato da Lucile Alard et Romain Lefebvre di L’Équipe (qui l’intervista originale). Un colloquio divertente, fatto di rapide battute e risposte incalzanti, anche qualche lieve provocazione, di cui riportiamo un estratto.

Se non avessi incontrato Mirka, non avresti vinto 20 titoli del Grande Slam.

Roger Federer: “Pouuuuuu… sì, penso sia così. Mi ha sostenuto tanto, mi ha spinto verso il tennis invece di dirmi tutto il tempo: ‘Quando smetti?’. Ha avuto un grande impatto sulla mia vita, anche sul campo”.

Se Nadal fosse stato destrorso, avresti 25 titoli del Grande Slam.

Roger Federer: “Qui dico di no. Perché non sono sicuro che l’avrei battuto più spesso. E rimango convinto che se non fosse stato lui, ci sarebbe stato qualcun altro”.

Battere Pete Sampras nel 2001 è stato un peso da portare?

Roger Federer: “No. È stata una grande esperienza che mi ha lanciato e mi ha fatto capire meglio che non puoi premere un pulsante e dire: ora gioco come contro Sampras. Ho pensato per alcuni mesi a quella vittoria e mi sono reso conto che non molti giocatori giocano come Sampras, e non ti senti sempre e ovunque come a Wimbledon quel giorno. Non era pesante da sopportare la vittoria, ma sentirsi dire costantemente: Tu sei il prossimo Sampras. All’inizio della carriera, sentivo di non meritare il confronto con Pete. E anche dopo quella vittoria, non era giustificato”.

82 errori non forzati in una singola partita: non devono essere capitati spesso!

Roger Federer: “Devi provare tutto nella vita! (sorride, ndr). Non sapevo dove fosse il campo quel giorno!”

Ti togliamo la vittoria al Roland Garros nel 2009 e ti diamo 23 titoli del Grande Slam: è una carriera incompleta?

Roger Federer: “Ci sono molti giocatori che non hanno vinto il Roland Garros e che hanno avuto lo stesso una carriera completa. Oggi sembra che tu debba per forza aver vinto tutto e stabilito tutti i record, altrimenti sei un incompiuto. No, io scelgo di tenerne 20 con il successo a Parigi”.

Se Robin Söderling non avesse battuto Rafael Nadal quell’anno, non avresti mai vinto il Roland Garros.

Roger Federer: “Dico di no. Inevitabilmente non c’è nulla di certo, ma penso che sarei riuscito a vincere il Roland Garros in un modo o nell’altro”.

Durante questo periodo di dominio e fino al 2010 hai giocato 23 semifinali del Grande Slam di fila. Questa è la tua statistica più folle?

Roger Federer: “Probabilmente sì. 23 semifinali di fila è una cosa enorme. Sono cifre un po’ anormali per me. Quasi come se fosse diventata una routine, e non lo dico con arroganza. Questo tipo di longevità, stento a credere di averla raggiunta durante la mia carriera. Quando lo sento, mi colpisce sempre”.

Alcuni dicevano che a 32 anni era il momento di smettere.

Roger Federer: “È sempre stato così, è stato lo stesso a Wimbledon l’anno scorso. Solo che non c’è stata una sola domanda alla conferenza stampa sul mio ginocchio, che per me era incredibile! Perché invece era tutto ciò a cui pensavo io! Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. E alla fine non se ne parlava. Ero felice, per carità, ma allo stesso tempo non capivo quello che la gente aveva visto. O nascondo così bene i miei problemi, o le persone non capiscono o non vogliono parlarne perché sono gentili. Il 2013 è stato lo stesso. Vieni giudicato senza sapere. Tu stesso non puoi parlarne e dire tutto fino in fondo, ma dentro di te lo pensi: ‘Se sapessi cosa sto passando in questo momento’. È difficile perché vorresti quasi dire: ‘Ehi, ragazzi, non ce la facevo, ho mal di schiena’. Ecco, sono momenti che sono felice di non dover più vivere. Ogni volta che dici che stai soffrendo o qualcosa del genere, allora pensano di te che sei un cattivo perdente. Ho cercato di gestire al meglio questi momenti ma, inevitabilmente, ho commesso degli errori”.

La tua partita perfetta è la finale degli US Open 2004 contro Hewitt (vinta 6-0, 7-6, 6-0).

Roger Federer: “In diverse occasioni ho detto che se avessi voluto rivivere una partita, sarebbe stata questa. Una finale del Grande Slam che inizia e finisce con un 6-0, lo trovo favoloso. Sarà interessante vedere quante volte si ripeterà in futuro. Di solito, nella finale di un Grande Slam, hai qualcuno davanti a te che ti causa dei problemi. Inoltre Hewitt, per me, era un problema. È stato in questa partita in cui mi sentivo come se tutto ciò che stavo facendo – nelle diverse varianti – fosse incredibile. In quel momento mi sono sentito il numero 1 del mondo, quindi è stata una partita molto speciale, sì”.

Se dovessi rigiocare un solo punto della tua carriera, sarebbe il secondo match point a Wimbledon nel 2019.

Roger Federer: “Ci devo pensare, perché ci sono diversi di punti come questo… però dico di sì. È vero, era importante e non ne trovo altri in questo momento, anche se so che ce ne sono stati tanti, tanti altri. Penso a Wimbledon 2008 contro Rafa. Agli US Open 2009 contro Del Potro: resta una sconfitta che ancora oggi mi fa male, perché penso che avrei potuto vincere. Ma chissà se non c’è qualcosa contro Rafa, a un certo punto anche al Roland, qualche punto che avrebbe potuto ribaltare un match nella mia direzione“.

Senza Nadal o Djokovic, non avresti inventato il SABR (Sneak Attack By Roger) nel 2015.

Roger Federer: “Sai perché ho immaginato il SABR? Per me non aveva niente a che fare con gli altri due. L’ho fatto mentre ridevo e scherzavo con BenoîtPaire, una volta a Cincinnati, nel 2015, durante un primo allenamento per smaltire il jet lag (fa un bel respiro). Severin Lüthi voleva che entrassi di più in campo. E allora gli faccio: “Vuoi dire così?” (Imita il gesto). E tutto è iniziato da lì. C’era già stato un tentativo in Svizzera in allenamento, se non ricordo male, ma è con Benoît che ha preso forma. Facevamo cose pazze, vincenti, tac, cose da ping-pong, ridevamo insieme, dovreste chiederlo a Benoît un giorno. È stato un allenamento completamente rilassato. Arrivi verso le 15, la tua partita è alle 20, dopo il tramonto eravamo da soli sul campo, è stato magnifico”.

Senza Djokovic e Nadal avresti concluso la tua carriera prima.

Roger Federer: “No, non credo. Avrei trovato altre fonti di motivazione per continuare”.

Ti rammarichi di non aver mai giocato contro Carlos Alcaraz?

Roger Federer: “Certo, è deludente non aver mai potuto giocare contro di lui. Ho seguito quello che ha fatto Alcaraz agli US Open e durante tutto l’anno. È fantastico, il suo gioco è brillante e ho sempre detto che ci sarebbero sempre state nuove superstar nel tennis. Ne abbiamo una. A volte le persone tendono a non crederci, come quando Pete e Andre si sono ritirati. Tutti a dire: cosa faremo adesso. Beh, c’è stato Novak, Rafa, io stesso, Murray, Wawrinka… Mi sono allenato con lui a Wimbledon quando era giovane. Pensavo che già fosse bravo. Era una specie di riscaldamento”.

Nella giornata in cui Wawrinka è tornato a splendere, si arrende un altro interprete del rovescio a una mano come Dominic Thiem. Out anche Basilashvili

La giornata odierna del Moselle Open ci ha regalato un Wawrinka versione extra-lusso, capace di eliminare in tre set Daniil Medvedev. Da segnalare anche la bella vittoria di Lorenzo Sonego, che approda ai quarti dopo aver battuto Gilles Simon. Non sono comunque solo questi due match ad aver caratterizzato il giovedì di Metz, giornata di ottavi di finale che ha visto avanzare tutti i big impegnati (a parte il già citato Medvedev).

Cade la testa di serie numero 5 Nikoloz Basilashvili, eliminato in due set da Arthur Rinderknech, ma certo non si poteva considerare favorito il georgiano, che racimola la sua settima sconfitta nelle ultime otto partite (con l’unica vittoria, peraltro, arrivata per ritiro quando era già sotto di un set). Il francese strappa un tie-break durissimo nel primo set, chiudendolo 13-11 al sesto set point (dopo averne annullati quattro) e trovando il break decisivo alla fine del secondo parziale, vincendo 7-6 (11) 6-3.

Al prossimo turno per lui ci sarà Hubert Hurkacz, testa di serie numero 2, che ha praticamente sempre mantenuto il comando contro Dominic Thiem, reduce dalla bella vittoria su Richard Gasquet. L’austriaco ha avuto subito due break point (non sfruttati) in avvio, ma dal 3-3 ha perso gli ultimi tre giochi del primo set. Un break per set è bastato al polacco per prevalere: nel secondo set ne è bastato un altro nel quinto gioco per chiudere 6-3 6-4. Grande aiuto arriva anche dal servizio, con 12 ace e l’82% dei punti vinti con la prima a fronte di percentuali un po’ più basse rispetto al campione dello US Open 2020. Il vincitore del quarto tra Hurkacz e Rinderknech affronterà chi prevarrà tra Sonego e Korda.

Nella parte alta del tabellone, sarà Mikael Ymer (6-4 6-3 a Barrere) a sfidare Stan Wawrinka. L’ultimo quarto sarà tra Holger Rune e Alexander Bublik. Il danese ha dominato Benjamin Bonzi fin da inizio match, vincendo un primo set che, a livello di punteggio, gli sta anche stretto (avendo avuto due chance per il doppio break nel quinto game). Nel secondo parziale, invece, il giovane classe 2003 prende il largo, anche per via dei problemi fisici del francese, costretto al ritiro sotto 6-4 4-1. Ad affrontare Rune, come detto, sarà l’imprevedibile Bublik, bravo a rimontare Emil Ruusuvuori e a prevalere 6-7 (4) 6-4 6-3.

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

Copyright © UBISPORTING srl | P.IVA 06262320481 Piazza Niccolò Tommaseo 1, 50135 Firenze (FI)
Iscritta alla Camera di Commercio di Firenze, capitale sociale di 10.000,00 € i.v.